For. Deer 1, 2009, 195 x 55 x 120 cm, Used tire, wood, steel, styrofoam

Yong Ho Ji: i mostri di pneumatici

Gli ibridi di gomma, di Yong Ho Ji, contro l’inquinamento e la diversità del singolo.

Yong Ho Ji è uno scultore coreano, che realizza opere con i pneumatici riciclati. Le sue sculture fondono specie mitologiche o in via d’estinzione con la struttura umana e le caratteristiche degli animali  più comuni.

 

Jong Ho Ji, Bull Man 4, 2010, 100 x 150 x 200 cm, pneumatico, resine sintetiche, acciaio
Yong Ho Ji, Bull Man 4, 2010, 100 x 150 x 200 cm, pneumatici, resine sintetiche, acciaio

Il materiale da lui utilizzato, i pneumatici, sono tagliati a strisce e disposti in modo da sottolineare la muscolatura e le singole caratteristiche di ogni essere. Le strisce sono unite grazie a resine sintetiche. La struttura del telaio è in acciaio, legno o polistirolo. Questo materiale ruvido e di colore scuro rende ancora più grottesche queste figure che suscitano già inquietudine solo avendo forme singolari. La sua preferenza per lo pneumatico la deve a un ricordo di quando era bambino incentrato sulla ruota della jeep della sua famiglia. Mezzo utilissimo sula montagna in cui viveva. Utilizzando questo materiale rende evidente un problema della nostra società. Obiettivo dell’artista infatti è di sensibilizzare lo spettatore sui prodotti industriali, le fabbriche e l’inquinamento attraverso l’uso di questo materiale.

 

 Jong Ho Ji, For. Horse 1, 2007, 240 x 115 x 205 cm, pneumatico, resine sintetiche
Yong Ho Ji, For. Horse 1, 2007, 240 x 115 x 205 cm, pneumatici, resine sintetiche

 

Jong Ho Ji, Sheep Man 2, 2009, 56 x 50 x 90 cm, pneumatico, resine sintetiche
Yong Ho Ji, Sheep Man 2, 2009, 56 x 50 x 90 cm, pneumatici, resine sintetiche

I wanted to express strong living things under, what I thought of as, the term ‘Mutant’. So I looked for some stuff which could express the concept of both soft and powerful. Also I thought that life belonged to Mother Nature, so I brought that into consideration as well. At the time, I had found tire scraps stuck behind my jeep, all roughly cut and stuck between the surfaces of the wheels. I felt that these grooves and slivers could be controlled, and soon enough, they became the body of my actual work. -Yong Ho Ji

Queste figure ricordano mostri, alieni o creature geneticamente modificate che potrebbero apparire nei miti o nei film di fantascienza. L’arte di Yong Ho Ji esprime una sorta di provocazione e scetticismo contro coloro che cercano di sfidare le leggi naturali, creando nuove specie animali e vegetali in laboratorio, mutando i cromosomi nel DNA. La mutazione tuttavia non beneficia la creatura. All’apparenza sembra terrificante, forte, impetuosa. Tuttavia la diversità, l’insicurezza, la vulnerabilità che si trova ad affrontare è espressa attraverso gli occhi in acrilico che esprimono la sofferenza provata nel sentirsi diversi.  Le serie delle sue opere partono da uno studio sugli animali di tutte le specie. Infine arrivano agli ibridi animali e agli umani.

 

 

Jong Ho Ji, Jackal Man 1, 2007, 55 x 45 x 117 cm, pneumatico, resina sintetica
Yong Ho Ji, Jackal Man 1, 2007, 55 x 45 x 117 cm, pneumatici, resina sintetica

 

Yong Ho Ji, Wolf Man 1, 2010, 130 x 240 x 180 cm, pneumatici, resina sintetica, acciaio
Yong Ho Ji, Wolf Man 1, 2010, 130 x 240 x 180 cm, pneumatici, resina sintetica, acciaio

 

Sito ufficiale: http://yonghoji.com/index.html?ckattempt=1

Fonti: http://yonghoji.com/gr/board.php?id=articleshttps://designmodo.com/yong-ho-ji/

Fonti immagini: http://yonghoji.com/db/